Olio Extravergine d’oliva

Con l’Epifania, le Feste natalizie volgono definitivamente al termine. Pranzi e cenoni hanno caratterizzato le giornate di molti di noi in un trionfo di antipasti, primi piatti e panettoni farciti. Non c’è dubbio, il palato è stato coccolato e accontentato al massimo…ma qualche bilancia ne darà la triste conferma.

La cosa migliore è dedicare il giusto spazio all’alimentazione di qualità, quindi mangiare consapevolmente, facendo attenzione a quanto e a cosa si mangia. Le verdure offrono un grande aiuto alla linea e vanno condite con l’olio extravergine di oliva, alimento principe della dieta mediterranea, indispensabile per la nostra salute, che deve trovare posto anche nella dieta di chi vuole controllare il peso corporeo, perché migliora il metabolismo e non favorisce l’aumento di peso. I nutrizionisti ci dicono che grassi che l’olio contiene, aggiunti agli alimenti, possiedono un effetto anti insulina, l’ormone che fa depositare il grasso a livello addominale. Le vitamine A, E, K, contenute nella verdura sono liposolubili e quindi non si assorbono se mancano i grassi. Se manca l’olio anche il calcio si assimila peggio perché la vitamina D, liposolubile, ne controlla l’assorbimento. Quindi un pasto senza olio è meno buono e meno salutare.

Per quanto riguarda invece il modo in cui lo si utilizza, il consiglio è quello di preferirlo a crudo. Va però anche detto che l’extravergine non è dannoso nei cibi cucinati. Per la sua alta percentuale di acido oleico, l’olio extravergine d’oliva ha un elevato punto di fumo ed è stabile alle alte temperature: il mix ideale tra resistenza al calore e contenuto di antiossidanti, che lo rende ottimo anche per la cottura.

Non tutti gli oli però possono fregiarsi del nome di extravergine. Per farlo devono possedere alcuni caratteristiche peculiari. Secondo le norme Europee, è considerato extravergine un olio che, spremuto meccanicamente a freddo, possiede un’acidità pari o inferiore allo 0,8%. Inoltre, attraverso il “panel test”, un’analisi organolettica anch’essa regolata attraverso rigide norme europee, viene valutato il sapore, colore, odore e aspetto dell’olio, che cambiano a seconda della Regione di produzione e delle olive utilizzate, Poi c’è una qualità soggettiva, di cui spesso ci si dimentica, che è data dalla zona di provenienza, dalle abitudini alimentari e dal singolo palato di chi degusta. Questo permette di preferire o non preferire alcuni determinati gusti e profumi e soprattutto degli abbinamenti con i diversi piatti.

Io sono un grande estimatore dell’olio EVO: nelle mie gastronomie ho inserito oli umbri, liguri, pugliesi e siciliani, alcuni biologici e DOP.
Per la scelta? Puntate solo sulla qualità, valorizzando le produzioni nazionali e i piccoli produttori di nicchia e ricordate che un buon olio non può avere un prezzo troppo basso, perché il costo significa spesso una qualità migliore o una lavorazione di pregio.

Buon appetito!

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